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Il suino di "Cinta Senese"

Il Suino Cinto Toscano rappresenta la denominazione storica che si identifica con il tipo genetico Cinta Senese. La Cinta Senese ha origini antichissime e le sue rappresentazioni sono...

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Il suino di "Cinta Senese"

Il Suino Cinto Toscano rappresenta la denominazione storica che si identifica con il tipo genetico Cinta Senese. La Cinta Senese ha origini antichissime e le sue rappresentazioni sono state trovate un po' dappertutto. La più famosa è senza dubbio quella degli "Effetti del Buongoverno" (1338-40) di Ambrogio Lorenzetti, sito nel Palazzo Comunale di Siena. Anche il ciclo di affreschi della "Cappella di Casanuova di Ama" (1596) a Gaiole in Chianti, la cui riscoperta fece molto scalpore qualche tempo fa, ne presenta un esemplare affrescato ai piedi di S.Antonio Abate. Possiamo affermare, senza timori di smentita, che le carni, i salumi ed il grasso di questo animale hanno dato un contributo notevole al miglioramento delle condizioni di vita in questa zona di Italia; infatti ritroviamo esemplari di Cinta Senese dipinti in un manuale di medicina risalente al XIV secolo: probabilmente i depositi adiposi erano preziosi oltre che per l'alimentazione, anche per la preparazione di unguenti e pomate. L'allevamento di questa razza suina ha superato, quasi indenne, molteplici vicende storico-culturali, dall'inizio dell'Evo Moderno, fino alla fine della mezzadria e anche nell'immediato secondo dopoguerra, le Cinte Senesi erano allevate regolarmente. A memoria d'uomo si ricorda sempre il leggendario "Verro Cinto" di proprietà dei Ricasoli di Brolio come il più ambito esemplare per le riproduzioni. Fino agli anni '50, quasi tutte le famiglie contadine allevavano qualche Cinta per poi lavorarne le carni e fare scorta di salumi. Negli anni '50, iniziò l'introduzione delle razze suine "Bianche" - con predominanza dei "Large White". Fu una grande rivoluzione, in quanto, quest'ultima razza, anche se non idonea all'allevamento brado, era più prolifica della Cinta, e l'animale era pronto per la macellazione dopo solo 6 mesi di vita, mentre lo sviluppo della Cinta richiede un periodo superiore ad un anno. Venne poi di moda l'incrocio tra verro Large White e scrofa di Cinta Senese, con la produzione di maiali detti "Grigi". Questi conservavano l'attitudine al pascolo brado, ma erano precoci nello sviluppo. Questa pratica di incroci permane tutt'oggi, e si può ben dire che è la principale ragione della sopravvivenza della razza "Cinta".  L'interesse per il ripristino in purezza della Cinta Senese è di questi ultimi anni.
Il suino di Cinta Senese è un maiale di taglia media, con cute nera, setole nere poco folte, ed una caratteristica fascia bianco rosata (una sorta di cintura, per l'appunto) che cinge torace, spalle, garrese e arti anteriori.
 E’ un maiale che, per sua natura, non può essere allevato chiuso in una stalla, ma viene lasciato libero allo stato brado in campi e boschi, dove può cibarsi di tutto quello che trova, dalle ghiande alle radici, dai tuberi ai tartufi e all’erba, insomma tutto quello che l’ambiente gli offre.
Da questo tipo di allevamento semibrado nascono dei salumi unici e in quanto tali non sempre reperibili. Noi abbiamo selezionato per voi un piccolo allevamento di suini toscani e suini di cinta senese di Cortona.
 

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